Roberto Gagliardini, 22enne in forza all’Atalanta, con all’attivo 9 presenze in serie A per complessivi 411 minuti giocati, è stato convocato in Nazionale dal CT Ventura per la partita valevole per le qualificazioni ai prossimi mondiali del 2018 contro il Liechtenstein, in programma sabato 12 novembre, e per l’amichevole contro la Germania, in programma martedì 15 novembre.
Una convocazione a dir poco sorprendente, dovuta anche al forzato rientro a Torino “a scopo precauzionale” di Claudio Marchisio, da poco ristabilitosi da un grave infortunio patito la scorsa stagione.
Gagliardini, di ruolo centrocampista centrale, si sta mettendo in evidenza nell’Atalanta di mister Gasperini che, dopo un inizio disastroso con 3 punti in 5 partite, è reduce da un periodo decisamente positivo, che lo colloca momentaneamente al 4° posto, in coabitazione con la Lazio, a soli 3 punti dalla zona Champions.
La maggior parte degli appassionati di calcio probabilmente non aveva (ancora) fatto caso alle prestazioni del giovane ragazzo cresciuto nelle giovanili dell’Atalanta e che ha esordito in serie A con la stessa maglia soltanto lo scorso 15 maggio, nell’ultima di campionato contro il Genoa.
E forse gli stessi saranno ancor più sorpresi dal fatto che non si tratta in realtà nemmeno della sua prima convocazione in Nazionale maggiore: anche Cesare Prandelli, infatti, lo aveva chiamato per uno stage addirittura nel marzo del 2014, quando militava in prestito in Serie B al Cesena, pur senza farlo mai entrare in campo.
GR SPORTS AGENCY
Roberto Gagliardini è assistito dalla GR Sports Agency. GR sono le iniziali di Giuseppe Riso, 33enne agente FIFA che, nonostante la giovane età, negli ultimi anni sta scalando rapidamente le gerarchie di un mondo, quello delle procure sportive, visto dai non addetti ai lavori come famelico e spietato.
Giuseppe Riso nel 2011, a soli 28 anni, conduce in prima persona la famosa trattativa tra il Milan e Carlitos Tevez (a proposito di barzellette d’Italia). Trattativa sfumata, si sa, per l’improvviso niet di Berlusconi al trasferimento, ormai definito, di Pato al PSG, quest’ultimo propedeutico al passaggio dell’apache in rossonero.
Ed è sempre Giuseppe Riso a suggerire al buon Galliani l’acquisto dal Palermo di Antonio Nocerino, sempre nel 2011. Acquisto concluso per soli 500.000 euro, con il giocatore autore di una stagione al di sopra di ogni aspettativa, con 35 presenze in campionato condite dalla bellezza di 10 gol.
Riso è anche il procuratore di Bryan Cristante, 21enne centrocampista attualmente in forza al Pescara, prodotto del vivaio del Milan e promosso in prima squadra nel 2011 dove, in 3 stagioni, racimola appena 5 presenze – e 1 gol – e viene venduto, nell’estate del 2014, al Benfica per la ragguardevole cifra – in proporzione a quanto fin lì dimostrato – di 6 milioni di euro.
Tra i suoi assistiti figurano anche Stefano Sensi, 21 anni in forza al Sassuolo e soltanto un anno fa, quando militava in serie B con la maglia del Cesena, conteso da mezza Europa, Inter compresa; Marco Sportiello, portiere 24enne dell’Atalanta, e soprattutto, da questa estate, Simone Zaza, attualmente in forza al West Ham dove non sta brillando particolarmente e che a gennaio rumors di mercato danno per vicino al rientro in Italia, sponda Napoli o Milan.
Riso mantiene stretti rapporti professionali con il procuratore Vladica Lemic, fondatore della VL Sports Consulting, consulente di mercato del PSV Eindhoven e soprattutto figura professionale di riferimento, in qualità di agente, intermediario ed emissario, di gran parte delle operazioni di mercato effettuate dal Chelsea, grazie al profondo rapporto di stima con il patron della squadra Abramovich.
Lemic è in più che ottimi rapporti anche con la dirigenza del Benfica, per il quale ha portato a termine diverse operazioni di mercato, le più significative delle quali riguardano l’arrivo in Portogallo di Miralem Sulejmani (nel 2013) e Nemanja Matic (nel 2011, proveniente proprio dal Chelsea a cui farà ritorno 3 stagioni dopo), e con il Palermo di Zamparini, per il quale si spende in prima persona, ad inizio anno, per l’approdo di Guillermo Barros Schelotto come allenatore della squadra siciliana, avventura terminata grottescamente meno di un mese dopo a causa dell’impossibilità di ottenere in tempi congrui il patentino di allenatore in Italia. Con Davor Curkoc, il terzetto sembra avere un “peso specifico preponderante nella definizione delle strategie di mercato in casa rosanero” (come da articolo su mediagol.it).
In ragione di tale sodalizio, Riso riesce a mettere a segno alcuni colpi importanti, tra cui appunto i già citati Cristante (dal Milan al Benfica) e Nocerino (dal Palermo al Milan).
Insomma, davvero niente male per un ragazzo di soli 33 anni che fino a pochi anni fa si guadagnava da vivere lavorando come cameriere nel ristorante milanese “Giannino”.
No, non avete letto male.
E non si tratta nemmeno di un refuso.
Giuseppe Riso lavorava come cameriere da Giannino.

Ovvero quello che per anni è stato il quartier generale “ufficioso” dell’AD del Milan Adriano Galliani, teatro delle più importanti trattative di mercato riguardanti l’altra sponda del Naviglio.
IL CERCHIO MAGICO DI GALLIANI
Nel 2011, appena insediata nel CDA della Società, Barbara Berlusconi entra da subito in rotta di collisione con Galliani. Tra i vari punti di scontro, Barbara contesta al buon Adriano il ragguardevole volume di operazioni di mercato convergente su una piccola nicchia di procuratori molto stimati dal “miglior dirigente italiano degli ultimi 30 anni” [cit.].
Oltre al compianto Ernesto Bronzetti, intermediario per tutte le operazioni relative all’asse Spagna-Italia ma non solo (Kakà e Ronaldinho, fino ad arrivare a Rami e Honda), a Raiola (Balotelli e Ibra, ma anche van Bommel, Emanuelson, Roggia, Rodrigo Ely, Salamon, Niang), al binomio Oscar Damiani/Fabio Parisi, punti di riferimento per il mercato francese (nello stesso anno di Niang: Traoré e Constant, una stagione prima Taiwo, ma soprattutto, negli anni addietro, giocatori del calibro di Shevchenko, Costacurta, Simone, Dida e non solo), figura proprio Giuseppe Riso, rapporto decisamente più fresco rispetto a quelli appena citati e dalla cui procura, come detto, passano molti dei giovani transitati nella Primavera del Milan, come Petagna, Kingsley Boateng, oltre al già citato Cristante.
Nel dicembre del 2015 Giocondo Martorelli, storico (ex) procuratore di Giacomo “Jack” Bonaventura, rilascia alcune interviste in cui, spiegando i motivi della rottura del rapporto professionale con il centrocampista, getta pesanti ombre sull’operato della Società Milan e di Galliani nello specifico.
Oppure qui:
Cerchiamo allora di comprendere meglio il contesto.
Bonaventura, nell’estate del 2014, anno in cui la sua procura è affidata appunto a Martorelli, viene acquistato dal Milan per circa 7 milioni, proprio ad un soffio dalla chiusura del calciomercato.
Peccato che, sia Bonaventura che Pierpaolo Marino, all’epoca responsabile dell’area tecnica dell’Atalanta (squadra di provenienza di Bonaventura), che lo stesso Ausilio, abbiano decisamente smentito tale ricostruzione, affermando che il calciatore era stato bloccato dall’Inter ma che il suo acquisto sarebbe stato perfezionato soltanto a valle della cessione di Guarin. Cessione, poi, non concretizzatasi che ha quindi svincolato, come da accordi, le parti.
Se volete approfondire, i segnaliamo un articolo della Gazzetta dello Sport, uno di 90min.com, uno di calciomercatoweb.it e l’altro di interlive.it.
Indipendentemente da tutto ciò, Bonaventura diventa un calciatore del Milan. E in questo Milan è gioco facile per uno dal discreto talento come lui mettersi in evidenza, una sorta di oasi nel deserto rossonero delle ultime stagioni. Di conseguenza, come è oramai prassi consolidata, il suo procuratore comincia a bussare alla porta di Galliani per adeguare al rialzo l’ingaggio che, alla fine del 2015 (e ancora ad oggi, in realtà), ammonta a poco più di un milione di euro netti all’anno.
Ma sorprendentemente, tenuto conto di alcuni stipendi monstre elargiti da Berlusconi in questi anni di decadenza rossonera (uno su tutti Mexes), Martorelli riceve picche.
La questione non si sblocca per mesi, fino a quando Bonaventura, a cavallo tra il 2015 e il 2016, decide di revocare la procura del suo cartellino a Martorelli e passare nella scuderia di Raiola.
Nel frattempo, una ridda di voci incontrollate comincia a circondare tutta l’operazione. Le parole di Martorelli sono crude, dirette, pesantissime.
Piccola parentesi: prima d’ora avevate mai sentito parlare di questa storia? Eppure in rete, soprattutto tra i blog milanisti, c’è molto materiale a riguardo. Tenetene conto, qualora qualcuno di voi creda ancora che la prostituzione intellettuale di mourinhiana memoria fosse soltanto una strategia comunicativa dell’allenatore portoghese.
Chiusa la parentesi, oltre alle parole dell’ex procuratore, in rete cominciano a girare appunto storie secondo le quali Bonaventura sia stato “caldamente” invitato a cambiare procuratore, in cambio del tanto sospirato aumento.
Il Milan non smentirà mai.
Ma ribadiamo ancora una volta, si tratta unicamente di voci. Non c’è nulla di concreto.
A parte le parole di Martorelli. Che, magari, si sarà semplicemente sentito preso in giro e avrà sfogato la sua delusione in questo modo.
Chissà.
LA CHIOSA FINALE
Siamo partiti dalla convocazione in nazionale di Gagliardini, la cui valutazione del cartellino non potrà che ricevere indubbi benefici in sede di calciomercato per il solo fatto di essere entrato nel giro della nazionale, e per raccontarvi in minima parte (una goccia nel mare, verrebbe da dire) il mondo oscuro degli agenti dei calciatori, figure entrate a far parte del nostro quotidiano calcistico in maniera preponderante, ma del quale tuttora sappiamo davvero molto poco.
Lo scopo di questo articolo, è bene precisarlo qualora non fosse chiaro, non è quello di accusare nessuno. Nella maniera più assoluta: anche perché tutto quello che vi è stato raccontato, qualora fosse vero, non costituirebbe reato di alcun genere. È bene precisarlo.
Quindi va tutto bene.
O no?