Introduzione
Ormai siamo alla piena compulsione da calciomercato: come e più degli ultimi anni, l’ansia da prestazione in fase di calciomercato è a livelli massimi, anche se immagino che il peggio deve ancora venire.
Fare una rapida scorribanda sui social significa essere investiti da un’ondata di opinioni talmente variegate da lasciare disorientati… e in qualche caso si assiste anche a qualche caso di evidente dissociazione.
Come quella di vedere applaudita l’operazione Caceres-Lazio dopo che era stato accostato all’Inter e bollato come “pacco ormai finito”, “a cosa serve?” etc..
Così, non importa cosa faccia l’Inter, perché tanto l’unica certezza è che qualunque cosa faccia è errore. Si potrebbe ideare la nuova legge di Murphy per il calciomercato nerazzurro:
Se non compra, perché non compra?
Se si interessa al calciatore X, è certamente uno scarto.
Se qualunque squadra Y acquista il calciatore X, quelli sì che sono bravi: dovevamo prenderlo noi.
Se l’Inter offre denaro, ma che spreco.
Se ci prova con i prestiti, ma che pezzenti.
Se sono giovani, ci vuole quello di esperienza.
Se sono di esperienza, squadra senza futuro.
E via discorrendo, sotto il segno del “se può far schifo, lo farà certamente“.
Passato il momento di boutade mattutino, ci concentriamo su Pastore, vero e proprio tormentone che risuona forte un po’ ovunque, nei social e nei giornali, nelle tv nelle parrocchie e in tutti i peggiori bar dello sport in cui ci vedono bene i Massimo Mauro e qualche sindacalista con la puzza sotto il naso.
Anche perché pare che Ausilio, DS dell’Inter, e Simonian, agente di Pastore, si siano incontrati 4 o 5 volte a gennaio.
Ma prima di addentrarci nei meandri tecnici, tattici e di mercato, ci poniamo la domanda: Pastore è il “10” giusto per l’Inter?
Definire un giocatore come El Flaco può essere semplice ma al tempo stesso difficile, è quel classico calciatore che attira sguardi ammirati ma anche infastiditi.
Insomma, è un calciatore che di certo non lascia indifferenti.
La parte positiva, già espressa a Palermo, diceva e dice di un talento decisamente fuori da ogni standard, tocco di palla delizioso, visione di gioco e opportunità in occasioni dove il 99% dei calciatori vedrebbe un problema, eleganza rarissima e tecnica sopraffina.
Basterebbe questo per chiudere l’articolo e andare a casa, almeno in condizioni normali.
Ma non per Pastore, sul quale c’è ancora tanto da dire… semplicemente perché è nelle corde del suo talento e della sua carriera.
Credo sia inutile fare tutto l’excursus anche della sua, pur breve, esperienza a Palermo, perché nonostante siano passati 7 anni, con Javier ancora poco più che 20enne, ce l’abbiamo ancora tutti sotto gli occhi: facciamo solo un breve viaggio.
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