Considerazioni finali
Qua trovate i Thread originali:
Ricordate la primavera dell'Inter campione della NextGen Series 2012?
Già, proprio la squadra che consentì ad Andrea Stramaccioni di fare il balzo sulla panchina nerazzurra in qualità di primo allenatore.
Ma che fine hanno fatto i giocatori?
Scopriamolo!
– IL THREAD – pic.twitter.com/Vtc713kaAu
— Giorgio Crico (@gio_prankster) 18 febbraio 2020
Potevamo lasciare @gio_prankster da solo? Ovviamente no, ed ecco quindi che fine han fatto quelli dell'@AFCAjax che han giocato quella finale, perdendola ai rigori.
– IL CONTRO-THREAD – https://t.co/zUpXVtdtzu
— Hendrik "Amen" v.d. Decken (@Milestemplaris) 18 febbraio 2020
Raccolgo la “sfida” e mi riprometto di fare un approfondimento. Nel corso degli anni (a partire dal 2007) ho lasciato molte tracce di calciatori giovani che avrei voluto all’Inter.
È facile, per me come per chiunque, dire che nel 2007 avrei preso giovanissimi Aguero, Vidal, Cavani e Suarez dopo averli visti nel mondiale Under 20 di quell’anno. Appare un po’ complicato, per me come per tutti, ammettere che avrei preso anche (più o meno) carneadi come Freddy Adu, Carmona, Vidangossy e persino quel Diego Capel che è apparso anche in nazionale pur non avendo fatto nulla per meritarlo.
E potremmo farlo anche con i non-giovani, cosa sulla quale sarebbe carino e divertente soffermarsi:
Fissavo lo schermo in cerca di un'idea e mi è sovvenuta l'immagine di quegli acquisti senza i quali saremmo falliti.
Tipo Pastore.
Lazar Markovic.
Mansour.
El Shaarawy.
Sturridge.
Lobotka.
Quanti altri nomi sembravano perfetti che poi hanno fallito altrove? Suggerimenti?— ilMalpensante.com 🖤💙 interismo puro 100% (@il_Malpensante) 13 febbraio 2020
Ma ci torneremo.
Molti dei nomi che avete letto hanno creato, come ha scritto bene Giorgio, un hype ingiustificato e ingiustificabile: vendere Spendlhofer così come un Bessa, per non dire proprio di Alborno, sembrava la mossa più sbagliata del mondo, errori dai quali non ci si sarebbe mai ripresi, se non addirittura difficilmente sopravvissuti.
Per ogni Zaniolo di cui giornali e tifosi cianciano, per quanti carneadi abbiamo fatto il tifo? E quante storie ci sono come quella di Zaniolo, che tra l’altro andrebbe (e lo faremo) inquadrata correttamente, sia in senso storico che individuale.
Per un calciatore della Primavera, emergere è complicato, non c’è discussione. Il salto di categoria è molto più alto di quello che si creda, in più spesso sono ragazzi che hanno vissuto in un contesto relativamente competitivo, in cui il contesto è persino “troppo comodo” per forgiarsi moralmente e mentalmente e essere preparati a sfide che da giovani probabilmente si sottovalutano.
Non voglio entrare neanche nei discorsi dei tanti che pagano, almeno stando ai molti racconti online, “sottobanco” per avere una chance in società satellite, perché è un argomento spinoso e delicato sul quale non ho mezzi per poter sostenere tesi, basti solo dire che mi sembra quel discorso del pur ottimo Burioni fatto su Twitter qualche giorno fa:
Siccome è tempo di pagelle, non conosco nessun genitore di un bambino o bambina sotto i 12 anni che non abbia la fortuna di avere generato un genio. Mi chiedo a che punto si disperda questo talento visto che quando io li incontro all’università tutto è svanito.
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) 15 febbraio 2020
La risposta corretta è del già citato Gabriele Porri, uno degli autori (con il sottoscritto) del libro “Manuale di Prostituzione Intellectuale” del 2009… che dite? Dovremmo farne un altro ché quello ha portato fortuna?
Io non capisco lui, prima si vanta di insegnare in un'università dove si pagano 12000 euro l'anno, poi denigra così i suoi studenti, la risposta sorge spontanea.
— Gabriele Porri (@gabrieleporri) 15 febbraio 2020
Ecco, quanto calcio si perde nei meandri delle giovanili? Ci sono esempi migliori? Nel 2016 scrivevo di sì:
Contributi come quelli di Giorgio e Alberto fanno bene al calcio e al pubblico a cui sono rivolti: invitano a una riflessione più profonda sulle proprie posizioni, ma soprattutto aprono uno squarcio sulla nostra incapacità di vederci come soggetti (o oggetti?) di una storia più grande che nell’arco di breve tempo, mesi quando non pochi anni, può cambiare radicalmente e senza alcuna possibilità di previsione.
Ricordiamocene la prossima volta che ci viene voglia di scrivere la parola “Zaniolo”.